Entriamo di getto in un libro senza maiuscole, di terra e sale, un impasto morale di corpo nominato insieme e nella sua anatomia, in un discorso che avanzando si scioglie: dalla guerra all'amore – ma vigile. Siamo davanti a un autore con gli occhi aperti e pieno di forza – della forza che ci vuole a guardare e a lasciarsi ogni tanto cadere. Sentiamo con sollievo che dietro queste pagine c'è una persona che non tradisce e che destina con fiducia le sue parole a un lettore (che sembra non importare se sia morto o vivo). Basterebbe questa fiducia, questa esposizione, a fare di un libro un libro di poesia: è rara, è seria, pacata e furiosa. A lettura ultimata, a cose fatte, si sente di non essere sfuggiti all'ascolto – quella fermezza ha reso inevitabile che noi le prestassimo orecchio – e ne usciamo riconoscenti e più vicini alla nostra umanità (con una specie di pietà eroica verso la nostra miserevole splendida macchina corporale) come dopo un bagno, dalle sferze di crine, le dolceamare...
Entriamo di getto in un libro senza maiuscole, di terra e sale, un impasto morale di corpo nominato insieme e nella sua anatomia, in un discorso che avanzando si scioglie: dalla guerra all'amore – ma vigile. Siamo davanti a un autore con gli occhi aperti e pieno di forza – della forza che ci vuole a guardare e a lasciarsi ogni tanto cadere. Sentiamo con sollievo che dietro queste pagine c'è una persona che non tradisce e che destina con fiducia le sue parole a un lettore (che sembra non importare se sia morto o vivo). Basterebbe questa fiducia, questa esposizione, a fare di un libro un libro di poesia: è rara, è seria, pacata e furiosa. A lettura ultimata, a cose fatte, si sente di non essere sfuggiti all'ascolto – quella fermezza ha reso inevitabile che noi le prestassimo orecchio – e ne usciamo riconoscenti e più vicini alla nostra umanità (con una specie di pietà eroica verso la nostra miserevole splendida macchina corporale) come dopo un bagno, dalle sferze di crine, le dolceamare...