15 febbraio 2005
Caro Stefano,
Il libro è arrivato, l’ho letto d’un fiato e…
… e natural
In principio (per principio?) ero disturbato dai puntini, ma ben presto mi sono accorto che funzionavano, avevano un senso profondo ritmico. E poi il libro mi ha trasportato, con quella forza strana che hanno i libri di poesia quando sanno essere un magnete. Non ho spiegazioni, non so davvero capire perché su certi libri mi addor
- Una poesia onesta, ma dopo Saba (che la formula la coniò nel 1912), vale a dire dopo Celan e dopo Adorno. Peggio: dell’invasione della guerra (vissuta o vista) nel quotidiano.
- Un libro co
- Un poeta che ca
- Una cantabilità co
- Un umanesimo diffuso, non ideologico né saccente, in cui la poesia è uno spazio di vita indulgente, da condividere.
- Una lingua libera ma tendenzial
- La responsabilità della parola di fronte al caos: in senso psicologico (Anzieu) e storico (Celan).
- Un rigore fisico (ascetico), rispetto per le cose e gli uomini (Szynborska).
- Una responsabilità civica: prima di tutto uomini.
- Un’adesione alla propria storia, alla propria natura, al proprio corpo. Ognuno solitario, solo, c’è poco da fare.
Tutto questo è molto teorico, un po’ astratto. Ma non so spiegarmi altri
Scusa, sono stato pretenzioso, ma ho in effetti l’impressione di una comprensione profonda, comunque inspiegabile. Avrei tante cose ancora da dire (conosci Lalli, cantautrice che pubblica per l’etichetta del Manifesto?), ma anche un bel silenzio di comunione, dunque mi fermo qui. E ti ringrazio. E ti abbraccio
Pierre
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