Caro Stefano, ho letto il "Diario del pane".
Sono rimasto colpito da alcune immagini (ostia nera, l'assenza inchiodata alle arterie, la bocca piena di falene, sole delle spine) che somigliano a
icone baconiane. Mi piacciono i tagli netti, gli scarti e la verticalità dei punti cui non segue la maiuscola (la violenza delle cesure sottratta all'autorità, "io non ho più fede in niente"). Il tempo è una specie di aoristo indeterminato e crudo: è sempre ora: il sangue è urgente. La morte è pura, è la seconda notte di Blanchot assolta dalla prima notte controfigura del giorno: la notte delle stelle, la morte nell'abisso: il morto è non lavato perchè non deve avere le cure del giorno, deve essere assolutamente morto.
Non credo di essere obiettivo, mi sembra che abbiamo alcune ossessioni in comune.
Non credo di essere obiettivo, mi sembra che abbiamo alcune ossessioni in comune.
Ciao, Lorenzo