Ho letto il tuo libro con attenzione, colpito dalla sconvolta forza delle sue immagini.
Mi interessa molto questo lavoro a cavallo fra verso e prosa, con quelle righe/versetti
a sottolineare l’incalzare del pensiero e del dolore (direi anzi di un dolore-pensiero).
Per me resta centrale l’apparizione di un vero e proprio tabù,
come quello rappresentato del dio feticcio, disumano, proprietà dei padroni,
che penzola mostruoso e repellente, ossia minaccioso, dall’ano.
Sono pagine davvero notevoli, di cui ti ringrazio
e su cui spero avremo modo di parlare com più calma,
dopo il nostro incontro fulmineo nella incantevole splamberto.
A presto intanto, e un carissimo saluto
Valerio magrelli