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lettera di Gian Ruggero Manzoni per libro dei vivi



Caro Stefano
il LIBRO DEI VIVI è opera che convince. Chi ti aspettava al varco dopo DIARIO DEL PANE ha avuto il suo companatico. L'insieme funziona e, dal tragico, induce al resistenziale con verità e, soprattutto, con onestà. Hai mantenuto il tuo ritmo, quindi il tuo respiro e il tuo passo, e ciò ti distingue. E' raccolta di grande apertura all'interpretazione, anche orale, e conduce in territori della parola fuori dai canoni vigenti, segnando l'originalità del tuo essere in poesia e quale uomo d'impegno. L'impianto è sostenuto da una tensione tradizionale, mentre lo svolto induce a sonorità legate all'odierno. Miscela che, come sai, amo. Grazie per questo tuo dono e per come ci induci al continuare a poetare. Ti abbraccio.
Gian Ruggero Manzoni

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da mimmo cangiano per libro dei vivi Bravo Stefano, davvero un bel libro, sei andato avanti, (e questo era fondamentale), spero che molti se ne accorgano, quando il libro uscirà, della diversità radicale rispetto a Diario del pane. La carnalità che già era presente è qui molto accentuata, l'impersonalità è quasi scomparsa del tutto, ma anche l'utilizzo dell'Io diminuisce, è un libro del TU, un Tu multiplo impersonato in primo luogo dalla tua famiglia, anche se in questo non c'è nulla di "quotidiano" e non c'è nulla di quotidiano perchè, a mio parere, non c'è nulla di nichilistico. Mi verrebbe quasi da dire che hai scritto un libro al "femminile", ma non nel senso mero di poesia del corpo, nel senso invece che la figura sulla scena (un grande ventre) prende tutto lo spazio, o quasi. Continuo a dire Saba, per quanto assurdo continuo a dirlo: (ma chi mi capirà?) "il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via". Purezza, moralit...
MACCHINE DEL DILUVIO  nota di MARCO MOLINARI  su La Voce di Mantova