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Stefano Massari Macchine del diluvio  MC Edizioni, 2022 https://www.atelierpoesia.it/7979-2/ A cura di Antonio Fiori Stefano Massari ritorna quest’anno alla poesia dopo un lungo silenzio. La parola è recuperata dal poeta con coraggio, sapendola ormai sfruttata fino all’insignificanza dal mainstream sociale, dove anche l’arte è triturata e trasformata in altro. Si avverte chiaramente un necessario ritorno alla poesia civile – politica in senso lato – ma anche un’attenzione particolare alle relazioni interpersonali e amorose (ti poso le labbra sugli occhi mentre dormi/ faccio piano). Il poeta sceglie di iniziare con un percorso tragico e potente, quasi una via crucis, con dodici morti che chiedono memoria e risurrezione. La scrittura è ritmata su versi liberi molto ben costruiti, con brevi distanze che intervallano i sintagmi e sostituiscono la punteggiatura. Il lettore è costretto a porsi gli stessi interrogativi del poeta, le domande ultime sull’ingiustizia che si perpetua, sull’illuso
Su Macchine del diluvio di Stefano Massari 14/06/2022   di  almanacco di Graziana Marziliano https://palinwebmagazine.it/2022/06/14/su-macchine-del-diluvio-di-stefano-massari/ Macchine del diluvio  è la quarta raccolta poetica di  Stefano Massari  (Roma, 1969), pubblicata a Marzo 2022 per  MC edizioni  nella collana  Gli insetti . La sezione iniziale della raccolta, «primi dodici morti (1969-1996)» – insieme alla seconda sezione «figure del diluvio» e all’«( antefatto )» – contiene poesie composte dal 2010 al 2016.  Le ultime due sezioni, «macchine del diluvio» e «diario nostro», contengono liriche elaborate dal 2016 al 2021. Questa raccolta di Stefano Massari si pone in un momento particolare della produzione dell’autore: guardando alle prime tre pubblicazioni –  diario del pane, libro dei vivi, serie del ritorno  – che costituiscono una specie di trittico,  Macchine del diluvio  arriva dopo un momento di silenzio autoimposto, un silenzio che l’autore stesso credeva definitivo. È inte
Stefano Massari,  Macchine del diluvio , MC edizioni, 2022 di Gabriele Marturano https://www.rivistaclandestino.com/le-macchine-del-diluvio-di-stefano-massari/ «la bambina con la morte   con l’acciaio / della buona sorte   conficcato nello sterno / con una mano verso l’inverno    e lo sguardo / calmo    dall’altro lato di ogni nostra colpa / di ogni nostro corpo   nato e perduto / senza ritorno» La poesia di Stefano Massari è un fluido congegno, non a caso il titolo della raccolta è  Macchine del diluvio  (MC edizioni, 2022). L’aver adoperato già in apertura la carta dell’ossimoro è sintomatico della muscolarità poetica che innerva l’opera, la quale si evince al meglio solo a partire dall’ascolto diretto della voce del poeta, che lungo l’asse del verso semina respiri, spaziando il dettato e lasciando che in questo mulinello di vuoto la vocalità del testo s’interrompa, generando quel verso franto ma non fratturato, anzi, scandito con una dolcezza salmodiante, che è la cifra ritmica di t
Recensione di Stefano Guglielmin a Serie del Ritorno Leggere  Stefano Massa ri  è sempre un'esperienza immedicabile. Molto più la sua opera di quella di chi ha attraversato l'inferno prima del Novecento, per quanto secolo dell'olocausto e della rivelazione. Ad essersi rivelato è infatti il  Deus Absconditus , nella forma della maschera funerea, che ha, nella Storia, la serie infinita delle sue ripetizioni. Ogni evento è «artiglio e convalescenza», ogni azione umana è pervasa dalla «guerra» e dalla «paura», che s'intrufolano sin dentro la carne delle relazioni più autentiche, quelle familiari. E ciò non per distacco con l'origine, bensì proprio per il legame con essa: lo stesso Dio padre – ci racconta la sequenza incipitaria di  Serie del ritorno  (La Vita Felice, 2009) – ebbe la propria controfigura in «un dio» che si finse «suo figlio», che morì in suo nome, perché Lui non sapeva morire. Ora tuttavia la sua morte è compiuta, ma non come l'intese il nichilismo o
Le poesie notturne di un videomaker di Maria Luisa Vezzali (Repubblica) HA UN inizio notturno Serie del ritorno (La vita felice), l' ultimo libro di Stefano Massari, poeta e videomaker romano trasferito da tempo a Bologna. Ci getta in una stanza alle 00:00 di una notte buia e priva di definizioni rassicuranti (è senza la parola più ripetuta: «senza scampo», «senza che un dio si fingesse tuo figlio», «senza sentenza», «senza corona»). Ci fa indossare il punto di vista di una coscienza maschile, insonne e inquieta, mentre da qualche parte la donna dorme e nel sonno parla come una sibilla allarmata, ma benedetta. Nelle sue parole, infatti, è palese la percezione del pericolo («il saccheggio è imminente», «ora che la città crolla»), ma anche la persistenza di un polo positivo della questione-vita, la possibilità di essere «serva terrestre e paziente della specie» e di offrire un seno che sia anche «urna», «ordine», «obbedienza», mentre tutt' intorno, invece, il secolo «mente» e «in
Dall’angoscia alla speranza in “Serie del ritorno”   di Valeria Riboli dal blog di poesia del corriere della sera a cura di Ottavio Rossani hadow 1 Sulla recente nuova raccolta di poesie di Stefano Massari  Serie del ritorno  pubblico una recensione, anzi un piccolo saggio, di VALERIA RIBOLI, giovane studiosa di letteratura contemporanea, che fa una lettura strettamente letteraria del testo e ipotizza una riconciliazione tra angoscia esistenziale e ricerca del senso della vita nello stile del popeta che realizza il riordino dei momenti importanti come fasi sistematorie della scrittura. Scrive Valeria Riboli:  “Con  Serie del ritorno  (La Vita Felice, 2009, pagg. 119, euro 14)    Stefano Massari approda alla sua terza prova poetica. Una raccolta di un centinaio di componimenti , caratterizzati da una certa uniformità nei toni e nelle tematiche, che spinge ad una lettura appagante benché ardua. Il lettore è chiamato a mettersi in gioco, a dialogare col testo, a condividere (o rigettare)